../ L'inerzia della vita

La vita è fatta di leggi.

Le leggi più noiose sono quelle umane. Sono noiose perché cambiano, sono tremendamente legate alla cultura in cui nascono, e molto spesso hanno un inevitabile sapore di arbitrarietà.

Le leggi più interessanti sono quelle fisiche. Le leggi del mondo. Queste, sorprendentemente, non sembrano voler cambiare. Tramite la matematica siamo in grado di catturare alcune di queste leggi. Per quanto computazionalmente l'universo sia un oggetto di una complessità per ora inarrivabile, è possibile creare e giocare con mondi più piccoli, mondi astratti a portata di computer.

Crescendo, sto avendo la sensazione che alcune fondamentali osservazioni della fisica possono essere traslate per descrivere la vita di noi esseri umani. Questa traslazione non è un lavoro di precisione. C'é dietro una forte approssimazione, ed in ultima analisi il risultato finale non è catturato dalla matematica come lo è quello iniziale. Detto questo, resta comunque un utile esercizio di pensiero riflettere su queste cose.

Per portare un esempio concreto di questo, consideriamo l'inerzia per come si manifesta nella fisica. Non sono un fisico, ma da quel poco che ne so di fisica, si potrebbe descrivere l'inerzia come la tendenza di un corpo nel mantenere la propria velocità. Questa viene catturata dalla prima legge del moto di Netwon:

Un oggetto fermo rimane fermo, e un oggetto in movimento continua a muoversi con velocità costante, a meno che non sia soggetto a una forza esterna netta.

Questa è intuitivamente l'idea dell'inerzia. Il fatto che un corpo tende a mantenere il proprio stato di moto, ovvero la propria velocità. L'unico modo per portare un cambiamento di velocità è agire sul corpo tramite una forza. Ma assumendo l'assenza di forze, il corpo rimane così com'é.

Ora, come si può applicare questo concetto alla vita di un essere umano? Secondo me, in tanti modi.


Consideriamo ad esempio una persona giovane che ha vissuto una vita serena. Ha una buona famiglia, delle belle amicizie, ha vissuto delle esperienze relazionali di varia natura, alcune più belle, altre meno, ma tutto sommato è una vita tranquilla. Possiamo immaginare che questa persona abbia una "velocità positiva", nel senso che il suo corpo tenderà ad avvicinarsi a cose belle e saprà cogliere opportunità significatiche. L'inerzia, qui, è un vantaggio. È una tendenza che facilita la conservazione di ciò che si è e l'acqusizione di nuove cose.

Supponiamo ora che a questa persona succedono una serie di avvenimenti dolorosi. Ecco che la sua velocità comincia a cambiare. Magari cambia talmente poco, che resta comunque positiva. E quindi, nel grande schema delle cose, non cambierà molto. Ma può anche succedere che il dolore è talmente elevato che potrebbe portarlo ad andare ad una velocità negativa. Piuttosto che essere attratto da cose belle, sarà ora attratto da cose brutte, da cose che tolgono, che ti rendono ancora più debole. Ecco come l'inerzia da vantaggio si trasforma in svantaggio. Ecco che quella tendenza si trasforma in qualcosa di potenzialmente pericoloso.

Questo tipo di dinamiche umane sono molto comuni. Sono anche banali, sotto alcuni punti di vista, ma meritano di essere analizzate proprio per la loro universalità.

Ho ritrovato nella lettura Se Questo è un Uomo di Primo Levi un'osservazione simile a quanto esposto.

Ci pare degno di attenzione questo fatto: viene in luce che esistono fra gli uomini due categorie particolarmente ben distinte: i salvati e i sommersi...

Questa divisione è molto meno evidente nella vita comune...

Ma nel Lager avviene altrimenti: qui la lotta per sopravvivere è senza remissione, perché ognuno è disperatamente ferocemente solo...

Nella storia e nella vita pare talvolta di discernere una legge feroce, che suona "a chi ha, sarà dato; a chi non ha, sarà tolto". Nel Lager, dove l'uomo è solo e la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo primordiale, la legge iniqua è apertamente in vigore, è riconosciuta da tutti...

Soccombere è la cosa più semplice: basta eseguire gli ordini che si ricevono, non mangiare che la razione, attenersi alla disciplina del lavoro e del campo...

Se i sommersi non hanno una storia, e una sola e ampia è la via della perdizione, le vie della salvazione sono invece molte, aspre ed impensate.

Quel "a chi ha, sarà dato; a chi non ha, sarà tolto" è la più terribile delle verità terribili. È un dato di fatto. Quello più difficile da accettare, ma anche quello più reale. La natura del mondo. La brutalità della vita. Si cerca di andare contro questa legge, ed è giusto farlo. Ma la legge continua ad esistere, e questo è inevitabile.

Ed è proprio per via di questa inevitabilità che bisogna tenerla bene a mente. Bisogna essere consapevoli della "direzione" che la nostra vita sta prendendo. Dove ci sta portando l'inerzia? Perché se l'inerzia ci sta portando in un luogo buio. Allora dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo introdurre qualche nuova forza per andare a cambiare la direzione.

Non sono un credente, ma credo che la Bibbia ha un suo valore storico e come raccolta di storie umane. Ed anche nella bibbia è possibile trovare, nel vangelo di Matteo, un versetto (13:12), che parla di questo meccanismo inerziale della vita

Perché a chiunque ha, sarà dato e avrà in abbondanza, ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha

Queste cose sembrano abbastanza teoriche, finché poi non le vivi. Io l'ho vissuta. L'ho vissuta dal negativo al positivo. E continuo a viverla in questi anni di crescita. Ancora c'é molto altro lavoro da fare. Non mi sento neanche a metà del percorso in realtà. Ma ho fatto abbastanza strada per percepire la differenza tra il prima ed il dopo. E la differenza è sorprendente.

Mi è capitato di alzarmi, certe giornate di tanti anni fa, con poca speranza per il futuro. Non avevo speranza perché la mia mente era direzionata in un determinato modo. Penso che la speranza che si prova nei vari momenti della vita dipende anche da questo: la direzione inerziale. Dove ci sta portando l'inerzia? In un posto bello, o in un posto brutto? Il corpo capisce queste cose. Il corpo è molto, molto intelligente. La mente un po' meno, certe volte.

È possibile cambiare la direzione inerziale di una vita, ma c'é bisogno di tanto, tanto sforzo. È inutile anche quantificarlo. Basta solo chiarire che non è uno sforzo che si quantifica in giorni, né settimane e né mesi. È uno sforzo che si quantifica in anni. È uno sforzo che deve, necessariamente, coinvolgere la propria interità. Bisogna essere talmente tanto concentrati su questa missione, che deve diventare uno dei significati principali della propria vita. Richiede, in altre parole, la massima devozione possibile. Costi quel che costi.

La cosa bella però è che lo sforzo di cambiare direzione inzeriale è uno sforzo che è massimo quando si inizia, ma poi diventa sempre più gestibile. Anzi, arrivati ad un certo punto sarà più facile continuare a migliorare piuttosto che iniziare a peggiorare di nuovo. Perché l'inerzia non è solamente una cosa negativa. L'inzeria è solo un meccanismo del mondo. A seconda della nostra posizione, può essere utile e strategica per il nostro futuro, oppure può essere pericolosa. Dipende tutto dalla nostra posizione. Cambiando quella posizione, cambia il ruolo dell'inerzia.

Possiamo dunque descrivere l'atto di migliorare la propria vita come il tentativo di spostare questa direzione inerziale. E con questa caratterizzazione è possibile anche capire perché la vita è unica per ciascuno di noi. Per alcune persone, è veramente difficile spostare questa direzione inerziale. Per altre, è più facile. Per formalizzare il tutto, possiamo delineare le seguenti variabili di interesse:

  • Il punto x_0 da cui partiamo.

  • La direzione inerziale v che sviluppiamo nei primi anni di vita.

  • La nostra flessibilità f che determina la facilità con cui possiamo spostare la nostra direzione inerziale.

Ovviamente, è inutile dirlo, ma non abbiamo un controllo completo su questo processo. Non possiamo scegliere il punto in cui iniziamo, e non possiamo neanche scegliere la facilità con la quale possiamo lavorare su questa direzione inerziale. E poi, nel percorso, non abbiamo il minimo controllo sugli eventi esterni, che ci possono aiutare o rendere le cose molto più difficili. Insomma, non è sicuramente una questione di completo controllo. Ciò che possiamo controllare è limitato ma fondamentale.

Provateci a riflettere su questa cosa. Vi lascio un po' di domande:

  • Secondo voi, in questo momento ,in che direzione punta la vostra inerzia?

  • Come è possibile cambiare la propria direzione inerziale?

  • E Come possiamo veramente aiutare le persone accanto a noi a cambiare la loro direzione inerziale, nel momento in cui fosse necessario?